L'altro Napoleone, l'uomo dietro il mito
Napoleone resta ancor oggi un personaggio di straordinaria modernità, quasi avveniristico. Conoscerlo, con le sue luci e le sue ombre, è comprendere il mondo in cui viviamo; la Francia, l’Italia e l’Europa cosi come si sono evolute, sino a diventare ciò che sono oggi.
Per tale ragione, e non solo perchè nel 2021 ricorre il Bicentenario della sua morte – in quel celebre 5 Maggio di manzoniana memoria – abbiamo ritenuto importante narrare lui, il clan Bonaparte, le sue donne, le battaglie, l’epopea tutta.
Dall’inizio Napoleone ha incarnato il mito della modernità, del self-made man che partendo dalla Corsica natia diviene padrone d’Europa. Non a caso Chateaubriand, che pure non lo amava, lo definisce “il più potente soffio di vita che abbia mai animato l’argilla umana”.
Generale invincibile, capace di cambiare la Storia, infiammare i soldati della Grande Armèe ( i soli che gli resteranno vicini dopo la caduta), piegare l’Europa di re e imperatori, utilizzare la propaganda e la potenza evocativa della visione e della narrazione, Bonaparte è anche colui di cui Madame de Stael scrisse: “Ha sempre cercato di impadronirsi dell’immaginazione degli uomini”.
Il Napoleone del Consolato è colui che pacifica la Francia esausta dopo Rivoluzione, Terrore e Direttorio, che lancia le grandi riforme in ogni settore; è lo statista, il condottiere, il legislatore che forma di sè l’Europa tutta.
Il Napoleone dell’Impero è ormai immerso nel dialogo con la Storia e la posterità, per cui finisce con lo smarrirsi perdendo di vista il senso del possibile.
Solo “dopo”, dopo la caduta, i Cento giorni, Waterloo e Sant’Elena l’imperatore sconfitto ha l’ultimo colpo d’ala ideale, che si realizza con il Memoriale di Sant’Elena.
Un modo unico per riscrivere la Storia tramite la memoria.
“Vivo, ha mancato il mondo, morto, lo possiede”.