Due parole su ieri sera. Lo spettacolo mi è piaciuto moltissimo, e ho colto lo stesso sentimento nel pubblico.
La performance musicale è stata una delizia (io sono rientrato a casa letteralmente “posseduto” dal “Lascia ch’io pianga…”), e gli esecutori si sono progressivamente ispirati strada facendo.
Carminati molto bravo, amabile, chiaro, dialogico. Cristina Acidini si è confermata perfetta: non una parola sprecata, alta precisione dei riferimenti e capacità di descrivere in modo sostanziale gli elementi fondamentali della cultura barocca. Tutti e due sobri nello stile e allo stesso tempo ricchissimi di suggestioni che tutti in sala abbiamo apprezzato.
L’apparato figurale in movimento è stato il connettivo di fondo di tutta la serata, delle parole, delle idee e dei suoni, come le altre volte. Rapisce, e introduce in una dimensione onirica (Wilfred Bion, celebre analista inglese, lo avrebbe definito “funzione onirica della veglia”: un sogno da svegli).
Quello che io non ho chiaro, da autentico profano, è se questa formula di spettacolo sia una novità, come credo, o se già sia stata utilizzata altrove in passato. A me sembra che stiate proponendo qui a Bologna qualcosa di inedito, che funziona benissimo e che sta creando un pubblico sempre più incuriosito e desideroso di lasciarsi affascinare.